La donna aveva riportato la frattura scomposta di un braccio
AMARO. Dalla gita cicloturistica in Friuli era rientrata con una frattura scomposta del
braccio sinistro. L’incidente era avvenuto mentre, assieme al resto della compagnia
partita con lei dalla provincia di Padova, stava percorrendo un tratto di strada nel
Comune di Amaro. E visto che la colpa del suo volo a terra è stata attribuita a una radice
d’albero presente lungo il percorso, ora, a pagarle i danni sarà proprio l’amministrazione
comunale. Per un importo totale che, al netto degli interessi, ma calcolate anche le spese
legali e di giudizio, il tribunale civile di Udine ha indicato in quasi 42 mila euro.
La sentenza è stata emessa dal giudice onorario Fabrizio Carducci, al termine della causa
promossa dalla donna, una 71enne veneta, che il 9 luglio del 2017 si era unita alla trasferta
organizzata dalla parrocchia di Vigorovea, frazione di Piove di Sacco. Con lei, un gruppo
di circa 150 ciclisti. Compresi quelli che, nel procedimento, hanno testimoniato non
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soltanto di averla vista «sobbalzare, perdere l’equilibrio e cadere», ma anche quali fossero
le condizioni della strada, «priva di segnali per terra che potessero far pensare a un
doppio senso di marcia».
Assistita dall’avvocato Francesco Carraro, del foro di Padova, l’anziana si è vista
riconoscere una somma pari a 10.048 euro a titolo di invalidità temporanea, dopo avere
trascorso 19 giorni con un’invalidità assoluta, 55 al 75 per cento, 70 al 50 per cento e 25 al
25 per cento, e altri 20 mila euro, a titolo di invalidità permanente, che il ctu, medico
legale Antonia Fanzutto, ha quantificato al 10 per cento. Per un totale di oltre 30 mila
euro.
Trasportata nel vicino ospedale di Tolmezzo, dove fu accertata una frattura scomposta
dell’olecrano sinistro, la paziente era stata successivamente sottoposta a due interventi
chirurgici. Costituitosi in giudizio con l’avvocato Laura Candusso, il Comune di Amaro
aveva dapprima eccepito il difetto di legittimazione, sostenendo che l’incidente fosse
avvenuto a Campiolo e, quindi, sul territorio di Moggio Udinese, e aveva inoltre
contestato la dinamica, sostenendo l’insussistenza di responsabilità in capo
all’amministrazione e addebitandola semmai alla ciclista, avendo marciato contromano e
senza l’attenzione e la cautela richieste su una strada bianca in zona montuosa.
Tenuto conto della documentazione e delle testimonianze raccolte, il giudice ha ritenuto
invece fondata la domanda dell’anziana, che aveva indicato nell’avvallamento dell’asfalto,
dovuto appunto alla radice d’albero sottostante, la causa del ribaltamento della bici.