Danno da lucida agonia: ha valore e deve essere risarcito
Quanto vale il danno subito da una persona nei momenti immediatamente precedenti la propria morte? Non c’è domanda più difficile, crediamo, cui sia chiamato a rispondere un giudice. Se non altro perché nessun giudice, così come nessuna persona integra e sana ha mai sperimentato – e quindi realmente “capito” – che cosa possa provare, una vittima, nell’attesa (incombente) della propria fine.
La giurisprudenza si è interrogata a più riprese nel corso degli anni, soffermandosi soprattutto su un aspetto: che è poi quello dello stato di coscienza del soggetto solo temporaneamente vivo in attesa di una morte sicura e imminente. È chiaro infatti che, almeno ad intuito e in linea di principio, altro è approssimarsi al decesso in uno stato di incoscienza, altro è farlo in modo lucido e, dunque, con la consapevolezza atroce della propria dipartita prossima ventura, e non più evitabile.