Il costo orario dei carrozzieri va rispettato
Va segnalata una interessante sentenza del Giudice di Pace di Novara che è intervenuto su un tema caldo, magari non appassionante come le disquisizioni in punta di forchetta sui massimi sistemi del danno non patrimoniale, ma tuttavia meritevole di menzione. Se non altro, perché esso attiene a quelle ‘bagatelle’ del settore Rc-auto con cui quotidianamente debbono cimentarsi gli operatori del settore.
Faccende da “parafanghisti” si sarebbe detto qualche anno fa, quando l’aggettivo designava coloro che si dedicavano, giocoforza, anche alla gestione dei danni minimali in materia di infortunistica stradale. Come noto, all’aggettivo in questione è stata poi conferita una dignità letteraria dal grande giurista Gennaro Giannini con il libro “Ricordi di un parafanghista, ovvero il cadavere in oggetto”.
Fatta questa doverosa premessa per inquadrare la faccenda e restituirla a quel minimo di decoro che gli va tributato, passiamo ad occuparci della vicenda presa in esame dal giudice piemontese. Si tratta di uno di quegli innumerevoli casi che ingolfano di scartoffie le cancellerie di mezza Italia allungando i tempi, e facendo lievitare oltre misura i costi, della cosiddetta Giustizia. In buona sostanza, nella fattispecie l’attore chiedeva il risarcimento di una somma pari a euro 2.816,82 sostenuta per riparare il proprio veicolo. La vettura era stata aggiustata dalla carrozzeria di fiducia del cliente applicando i ‘tempari’ della medesima.
La compagnia di assicurazione faceva resistenza obiettando che la cifra era, invece, più correttamente entificabile in 2.000,00 euro giusti giusti. Veniva espletata, in corso di causa, l’inevitabile CTU tecnica dalla quale risultava che la discrepanza tra la stima dei danni effettuata dall’attore e quella operata dalla compagnia era dovuta solo ed esclusivamente ai costi di manodopera (euro 45 all’ora) applicati dal carrozziere.
Ebbene, onde dirimere salomonicamente il contenzioso, il giudice adito si è con saggezza richiamato “ai valori medi rilevati dalle organizzazioni artigiane, comunicate alla camera di commercio di Novara” dai quali si evinceva che il costo orario praticato dalle imprese del settore delle autoriparazioni era compreso tra 35,82 e 66,58 euro. Alla luce di tale inappuntabile considerazione, il Giudice di Pace ha sentenziato che non vi era alcun motivo per considerare eccessivo il prezzo preteso dal carrozziere a fronte delle riparazioni eseguite. Con ciò facendo impiego di una congrua dose di buon senso. Lo ripetiamo: non c’è nessun motivo per ristorare un danno materiale a un costo inferiore a quello della media di categoria. Salvo che si intenda fare gli interessi non del danneggiato, ma dei bilanci di chi lo liquida.
Che dire? La sentenza in commento andrebbe incorniciata e tenuta in bella vista come intelligente promemoria per evitare molte delle lungaggini in cui si impantanano le pratiche di infortunistica stradale. Il metodo suggerito è esemplare nella sua linearità e costituisce un buon antidoto a quella inesorabile e troppo diffusa ‘complicazione degli affari semplici’ di cui altrimenti rischiamo tutti, anche in buona fede, di essere complici.
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