Il danno morale e il danno esistenziale vanno sempre risarciti

Uno dei dubbi che più di frequente assilla chi incappa in un infortunio riguarda il tipo di danni effettivamente risarcibili. Cosa, e soprattutto quanto, deve essere liquidato, in vil moneta, a favore della vittima per compensarla delle lesioni fisiche patite e dei disagi personali sofferti? La materia è resa particolarmente complessa dall’avvicendarsi, nel corso del tempo, di leggi, di discipline, di prassi giurisprudenziali, spesso contraddittorie fra loro.

Oggi, però, in seguito all’entrata in vigore della Legge numero 124 del 4 agosto 2017, è possibile fare il punto della situazione e fissare con una certa precisione dei “paletti” di riferimento a proposito dei danni risarcibili.

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Anche il parente di un macroleso ha diritto al risarcimento

C’è una categoria molto nutrita di persone, in Italia, che ha subito danni consistenti senza saperlo. E che, proprio per questo (per tale carenza di consapevolezza) sovente non chiede, né tantomeno ottiene, il risarcimento che pure le spetterebbe di diritto.

Ci riferiamo ai prossimi congiunti di un soggetto il quale, pur non essendo deceduto in occasione dell’evento lesivo, è tuttavia rimasto gravemente leso dallo stesso.

Fino a qualche anno fa, nel nostro ordinamento giuridico si riconosceva il diritto al risarcimento esclusivamente ai parenti stretti di chi moriva per effetto di un incidente stradale o di un incidente sul lavoro o di un caso di malasanità o di qualsiasi altra ipotesi di illecito colposo.

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